Specialità culinarie

O’ samurchio

Nel periodo della sagra del maiale, spuntavano (oggigiorno la rivendita è rimasta solo una), all’angolo dei vicoli, grossi calderoni fumanti, per la vendita del saporito “samurchio“, ancora oggi lo trovate solo nel nostro paese; questo è costituito da un budello (ben pulito) riempito di sangue di maiale (all’epoca della sagra si raccoglieva il sangue del puorco scannato nella “scafarea” vaso di terracotta smaltato e con un pennello lo si agitava per non farlo coagulare), condito con finocchietto, sale, pepe, un pizzico di cannella e poi messo a bollire.

E’ una prelibatezza culinaria non trascurabile; basti menzionare il marchese Giovan Battista Del Tufo, che nel 1500, scriveva:

“……….. certe intestine
che al mangiar son divine
del sangue di quel porco allor ucciso
……………………………………………..
che tanto son ben fatti e ben conditi
che lascereste mille buon conviti”.

Altre specialità

Sempre in inverno, veniva cotto il “migliaccio“, cioè una specie di torta di polenta gialla, condita con: salsiccia a pezzi, cicoli (ciccioli) e sugna.

Altra specialità, “‘o scagliuozzo“, questa consiste in un impasto di acqua e ‘a farenella (farina gialla di granoturco), condito con un poco di sugna e uva passa; si prende un poco di questo impasto fra le mani e si dà la forma di un panetto a forma di rombo, poi si mette a cuocere a forno.

Un’altro avvenimento che avveniva molto di frequente, circa 2 volte a settimana, era la preparazione del forno del pane, di questo veniva informato tutto il vicinato, e a seconda delle stagioni, chi voleva, ci infilava ruoti (tegami molto grandi) di leccornie di ogni genere da cuocere.
Ma la ghiottoneria era la pizza, ovvero una focaccia costituita dalla pasta del pane ben condita con: olio, sale, pomodoro e origano. Questa pizza molto saporita non aveva niente a che fare con la sorella, pizza napoletana, ed è un peccato che non è stata conosciuta come l’altra.

Ancora, un’altra ghiottoneria delle nostre terre era ed è il casatiello, costituito sempre dalla pasta di pane condita con: sugna, pepe, uova, salame e cicoli; fatta la caratteristica forma circolare, si mette a cuocere al forno.
Se la pastiera napoletana è la regina della tavola pasquale, il casatiello, costituisce il principe.

Per queste specialità culinarie, vi sono ancora dei locali caratteristici (cantine) in cui poterle degustare, così come si cucinavano una volta.