L’origine del gioco è a noi sconosciuta ma non si esclude che possa avere origini bellicose o possa essere stato un passatempo per soldati i quali durante le lunghe ore libere potevano devertirsi.
Qualsiasi sia l’origine, questo gioco è pervenuto a noi con una serie di regole trasmesseci oralmente.
Per giocare occorrono: un largo spazio aperto possibilmente un campo con terreno battuto al centro del quale viene praticato un buco di 10 cm di diametro e 5 cm di profondità, a’ mazza e o’ pivuzo.
La mazza è costituita da una striscia di legno (chiangola) larga 7 o 8 cm perfettamente piana e lunga 45 o 50 cm. Una delle estremità verrà opportunamente assottigliata e costituirà l’impugnatura.
O’ pivuzo invece è costituito da un pezzo di legno cilindrico del diametro approssimativamente di 2-3 cm e della lunghezza di 9-10 cm con ambedue le estremità appuntite.
I giocatori fanno il tocco e a chi viene la conta aspetta a’ mazza e o’ pivuzo; costui va sulla bocca del campo (o fossa) lancia in aria o’ pivuzo e con la mazza cerca di colpirlo al volo per spingerlo il più lontano possibile.
Una volta effettuata la battuta poggia a’ mazza per terra con il taglio inferiore di traverso nella buca e con una delle facce rivolta al punto dove è finito o’ pivuzo a seguito della battuta.
L’ altro giocatore si reca a raccogliere o’ pivuzo e da quello stesso punto lo lancia contro la mazza cercando di abbatterla oppure molto più difficilmente cercando di far finire o’ pivuzo nella buca.
Il gioco può essere eseguito da due o quattro giocatori in modo da formare delle squadre.