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recensioni
A garanzia d'immortalità - V. Como
Salvatore D'Onofrio dedica intere giornate alla ricerca e allo
studio del mondo classico ma non soltanto come fatto informativo
perché intende educare lo spirito e la mente al pensiero
filosofico dei grandi maestri del pas¬sato.
Una ricerca culturale, la sua, oltre che tecnica, anche sui
movimenti pittorici contemporanei non essendo egli un «
aventiniano », ristretto cioè nell'angusto ambito
sociale e professionale ove si rinserrano taluni operatori d'arte
d'oggi autoescludendosi dalla realtà che ci circonda
pur cruda e perigliosa che sia.
Ma il discorso che ho intrapreso sarebbe lungo e condurrebbe
ad una serie di considerazioni e di amare riflessioni sulla
strumentalizzazione del settore e sui responsabili che lo manovrano,
a Napoli segnatamente, senza unità d'intenti.
Stimato pittore è dunque il D'Onofrio tanto che suoi
lavori fanno parte di importanti raccolte pubbliche e private
italiane e straniere mentre nel suo robusto « ruolino
di marcia » annovera una serie di « collettive »
e di « perso¬nali », di rassegne e di concorsi
qualificati ove ha lasciato ampie tracce di sè; così
come numerosi sono gli « allori » fino ad ora conseguiti
ad onta della giovane età che si ritrova.
Della sua attività artistica mi sono occupato recentemente
sul « Giornale di Napoli » sostenendo, fra l'altro,
che l'intento artistico di D'Onofrio è quello di ritrarre
esseri umani, oggetti, ambienti all'insegna del realismo piú
tipico e senza concedersi giammai momenti di riposo. Del resto
lo denotano le tele che propone: soggetti di notevole sviluppo
movimentista creati con l'opu¬lenza segnica e cromatica
del Barocco. Ma è una continua lotta, la sua, contro
l'incomprensione manichea dei tanti e la crassa ignoranza di
taluni: una lotta che egli conduce con le armi del suo estro,
della sua tenacia, del suo bagaglio d'esperienze che alla fin
fine costituiscono poi parte essenziale del suo Protagonismo
che veste anche l'uniforme - quando occorre - da gran parata.
Ma dipinge anche nature morte particolari che, analogamente
ad altri soggetti, rispecchiano l'esuberanza del suo carattere,
la vivacità del suo linguaggio figurativo, la decisione
del segno e l'intuito costantemente presente.
Vittorio Como